Paul de Vivie, in arte “Vélocio”, avrebbe apprezzato molto l’omaggio che la N.U.V.I. gli ha tributato nella trasferta di due giorni sulle strade Provenzali.
Nella frizzante e ventosa giornata di sabato 1 luglio, i nostri mezzi da turismo dagli anni ’20 ai ‘50 (BSA, Follis, Terrot, Cycles JG ed Essor) sui quali il cambio Cyclo imperava, hanno percorso le strade a lui care, raggiungendo Pernes-les-Fontaines, lo splendido paese natale famoso per le fontane e da anni anche per un bel museo a lui dedicato, il “Comtadin du Cycle”, ricco di pezzi importanti della scuola francese, da corsa, da turismo e da lavoro.
Quindici km di sterrato ritrovando scorci e sensazioni familiari al vecchio saggio che di asfalto ne vide poco, per arrivare alle spettacolari sorgenti di Fontaine-de-Vaucluse noto anche per il museo dedicato a Petrarca qui cresciuto e tornato più volte.
L’arrivo a L’Isle-sur-la-Sorgue, capitale “des brocantes” ha chiuso un giro magnifico e percorso sempre al ritmo delle Cicale. Ultima chicca della giornata, la visita a Lino Lazzerini che ci ha aperto le porte per ammirare la sua collezione di bici, maglie e cimeli che hanno fatto la storia del ciclismo.
La domenica della nostra trasferta provenzale, è stata all’insegna dei mezzi da corsa entro gli anni ’30 tra i quali oggi come ieri, la meglio l’ha il cambio Super Champion di Oscar Egg, sul nostrano Vittoria dei F.lli Nieddu, pur in versione “Margherita”.
In ordine cronologico l’Alcyon Super Tour de France 1927, l’Essor 1930, la Molinari 1934 di Torino, la Wonder Trophée type Extra Léger 1937 dalla vicina Saint Etienne, la Tendil 1938 type Martano Spécial di Nimes, la Bleuet 1939.
Sulle orme di Petrarca, ma soprattutto di Vélocio, rapporti e fatiche dimenticati ci hanno portati tra le correnti e le nuvole del Mont Ventoux del quale il nostro poeta scrisse:
“Dapprima, colpito da quell’aria insolitamente leggera e da quello spettacolo grandioso, rimasi come istupidito. Mi volgo d’attorno: le nuvole mi erano sotto i piedi e già mi divennero meno incredibili l’Athos e l’Olimpo nel vedere coi miei occhi, su un monte meno celebrato, quanto avevo letto ed udito di essi.”
“Descente” prima cauta e poi entusiasmante verso i campi viola di Lavanda ai piedi della chiara pietra di Sault dove poter ammirare bici e maglie mitiche dell’amico Lino, ex grimpeur originario di quella Carpegna, dove si allenava chi poi vinceva sul Ventoux.
Ritorno con gli occhi puntati sulle Gorges de la Nesque, nell’emozionante e lunghissima discesa fino a Bédoin.