In occasione del nostro evento ai Canapè di Foligno del 23 settembre 2023, abbiamo redatto alcuni piccoli articoli sui più famosi pistard mondiali.
Buona lettura!
Iniziamo il nostro viaggio con Gian Ferdinando Tomaselli e Federico Momo, amati in Italia e molto temuti e rispettati in Francia.
Tomaselli tra i tanti successi, fu il primo ciclista italiano a conquistare un titolo iridato, nell’unica edizione del Campionato Mondiale di Tandem nel 1900 a Parigi in coppia con l’olandese Meyer. A fine carriera divenne un ottimo dirigente per la Bianchi. Momo vinse meno anche per maggior sfortuna, nel 1900 giunse nettamente primo nella gara più importante d’Europa, il GP Parigi, vinto l’anno prima dall’amico Tomaselli, ma venne classificato al secondo posto. Abbandonò per protesta il ciclismo e si dedicò alle corse in motocicletta. Divenne poi Presidente dell’UVI. Testi descrittivi direttamente da giornali d’epoca.
Dai magnifici clichè parigini dei noti fotografi Jean Beau (in studio e in pista) e Zulimo Chiesi (ritrattista in studio), godiamoci una carrellata di pistard italiani affamati di gloria in Francia. Dei più famosi abbiamo già visto le descrizioni d’epoca nei post precedenti, campioni che si imposero sia in Italia che all’estero come, il forte atleta Diego Conelli, Eros Ruggerone (futuro abile istruttore d’aviazione negli Stati Uniti), l’ottimo sprinter Luigi Pontecchi (che in aereo invece morì) e il successivo e pluri-vittorioso Francesco Verri. Meno noto, ma capace di imporsi all’estero e soprattutto in Italia, il rosso Angelo Gardellin che proseguì nel ciclismo nelle vesti di scrittore.
Meno famosi, se non addirittura sconosciuti ai giorni nostri, i nomi di Vanoni, Messori, Del Rosso, Carapezzi e Riozza (?).
Discorso a parte per l’emigrato a Parigi Eugenio Bruni, originario di Bardi (PR), lo stesso paese di montagna dal quale qualche anno dopo arrivò Giulio Rossi (vincitore di una Roubaix e di una Paris-Tours). Bruni, come Garin, rappresenta l’esempio delle opportunità che un paese più evoluto coma la Francia, poteva offrire anche a un povero immigrato che per vivere faceva il venditore ambulante. Tra i vari successi, vincerà il G.P. de Paris e la prima 6 giorni francese.
Parlando dei campioni europei su pista, non si può che iniziare con il biondo danese Thorvald Ellegaard, protagonista anche dell’affiche utilizzata per il nostro evento ai Canapè di Foligno del 23 settembre 2023. Il suo vero cognome era Christiansen e primeggiò sulla scena internazionale da inizio ‘900 fino alla prima guerra mondiale, per correre poi ancora fino al 1926. Ottenne 925 vittorie, tra cui 6 titoli di Campione del mondo velocità e 4 secondi posti. Corse principalmente con Peugeot e poi con Terrot. Caratteristica la sua maglia a quadri filettati. Oltre alle belle foto, molto interessante l’articolo italiano nel quale a fine carriera, parla dei suoi rivali, compreso tutto il panorama nazionale di atleti che si dividevano tra strada e pista. Buona lettura.
Dopo Ellegaard, parliamo di uno dei suoi più grandi rivali, il tedesco Willy Arend. Vinse il primo dei suoi due mondiali velocità a soli 21 anni. Un grande talento dalla vita sregolata, che in 25 anni di carriera, aggiunse anche tre titoli europei, tre nazionali, due sei giorni oltre a tante altre vittorie e piazzamenti di valore. Con il rivale/amico danese formava una coppia praticamente imbattibile.
Proseguendo con i campioni germanici, uno dei miti assoluti, fu lo stayer Thaddeus Robl, un eclettico sportivo famoso nel mondo, che sui pedali seppe vincere 2 campionati mondiali, 5 europei, 2 nazionali, ma anche gare su strada di lunga distanza e un terzo posto alla Bordeaux Paris. Si dedicò poi alle corse automobilistiche dove vinse ancora titoli mondiali ed europei, per finire nel l’appassionarsi al volo che gli fu fatale a soli 33 anni. Molto caratteristica la sua maglia tricolore verticale, con la bandiera del 1° Reich. Qui un bel video a lui dedicato
Più giovane di 6 anni, il velocista Walter Rutt, star internazionale, tra i maggiori rivali di Ellegaard. Ottenne 933 successi, vincendo un mondiale, quattro titoli nazionali, il GP de Paris e nove sei giorni delle quali sei a New York. Di lui possiamo leggere il commento di Ellegard. Ancora 6 anni di differenza e troviamo un altro stayer, meno noto ma che si dilettava anche lui in diverse specialità sportive. Paul Nettelbeck fu infatti un maratoneta vincente e partecipò alle Olimpiadi del 1908 a Londra. Era campione di atletica nei 1.500 metri, giocatore di hockey su ghiaccio, pattinatore e nuotatore di buon livello. Da ciclista professionista, faceva gare su strada di lunga distanza, ma eccelleva in pista, dove stabilì diversi record dietro motore. Fedele al marchio tedesco Dixi, nel museo dell’automobile di Eisenach è stato realizzato uno spazio a lui dedicato.
Rendiamo omaggio ad alcuni campioni francesi su pista, meritevoli di affiche dedicate che abbiamo imparato a conoscere. Iniziamo da Ludovic Morin raffigurato sullo sfondo giallo Peugeot, dopo la vittoria dei GP de Paris del 1895 e ’96, ma lo rivincerà anche l’anno dopo, assieme ad altre gare di rilievo. Come tanti altri, in futuro darà vita a un marchio ciclistico con il suo nome. Cronologicamente proseguiamo con Edmond Jacquelin ritratto da La Française in più versioni. Fu lo sprinteur scorretto che derubò il nostro Momo della vittoria al GP de Paris nel 1900. Nello stesso anno vinse però un mondiale di velocità, fu poi tre volte Campione di Francia e si aggiudicò diverse gare internazionali, tra cui il Gran Premio di Pasqua. Detenne inoltre il mondiale sui 500 metri lanciati. Epiche le sue sfide con Major Taylor, delle quali possiamo leggere il resoconto dalla biografia dell’americano e ammirare il suo trofeo qui
Nell’affiche di Léon Georget, la casa Delage lo descrive come il vincitore del Bol d’Or, una prestigiosa e massacrante gara di resistenza che durava 24 ore con allenatori (solitamente tandem, che si davano il cambio davanti ai corridori). In realtà lui era il Re di questa manifestazione che si aggiudicò per ben 9 volte. Soprannominato “le Brutal”, non tanto per il suo carattere, ma perché amava un vino rosso non particolarmente raffinato, che aveva quel nome. In una foto lo vediamo sulla nave per qualche lontano velodromo, assieme a Petit Breton e Walter Rutt.
Molto nota anche l’affiche dedicata a Victor Dupré da La Française e da Michelin. Oltre a vari titoli nazionali, vinse il mondiale Velocità nel 1909 e vari Grand Prix. Corse senza fortuna il primo Tour de France su strada. Dello stesso anno era Gabriel Poulain, una delle leggende della pista, tattico e stiloso. Vinse il mondiale ad Anversa nel 1905, ma in altri quattro arrivò secondo. Realizzò il più lungo surplaces nella storia della velocità arrivando a 3 ore e 36 minuti. Famoso anche per aver realizzato un aereo a pedali con il quale compì un volo di 12,30 metri elevandosi da terra di 1,30 metri. Ancora sotto il marchio de La Française, l’ultima affiche dedicata a Octave Lapize, uno dei più forti ciclisti di tutti i tempi. Fu un campione nella cyclo pédéstre, ovviamente su strada sia nelle classiche che al Tour, ed era forte anche in pista dove si allenava e dove vinse una sei giorni. Iconica e ambita, la sua maglia con la stella dell’Union Cycliste de Paris.
Facendo un salto temporale, parliamo di due campioni italiani degli anni ’20. Gaetano Belloni come tanti altri colleghi stradisti prima e dopo (Girardengo, Lucotti, Sivocci, Linari, Bottecchia…) si dilettava anche su pista, soprattutto nel periodo invernale, dove si potevano ottenere notevoli e più facili profitti. Il cremonese, corse in Europa soprattutto a Parigi, ma anche in Germania, dove vestiva la splendida maglia giallo/nera dell’Opel. Forte nelle sei giorni, ne vinse due sui ricchi velodromi statunitensi. In una foto lo vediamo allineato al via di un Bol d’Or a Parigi, assieme ad altri campioni noti come il francese Souchard (pluricampione nazionale e oro olimpico a squadre) e all’australiano Opperman, vincitore di questa gara di resistenza, così come della Paris Brest Paris su strada. Notare le splendida maglia Wolsit in seta, come i gambali. Interessante l’intervista de La Domenica Sportiva nella quale parla degli avversari. A fine carriera, per decenni sarà un grande direttore di gara al Vigorelli di Milano. Franco Giorgetti più giovane di 10 anni (1902, coetaneo di Binda e Guerra), si distinse soprattutto in pista, sia nella velocità che dietro a motori. Già medaglia d’oro nell’inseguimento a squadre alle Olimpiadi di Anversa nel 1920, divenne poi una leggenda negli Stati Uniti, dove vinse diversi titoli nazionali Stayer e ben 14 sei giorni nei vari velodromi, compreso al Madison Square Garden, dove venne premiato anche dal primo sindaco italo-americano Fiorello La Guardia.
Chiudiamo questo viaggio tra i pistard, con l’iconico Girardengo, protagonista del nostro grande evento di aprile nella sua Novi.
Alla voce Girardengo, sulla Treccani possiamo leggere: “forse il più grande corridore che lo sport ciclistico abbia dato…”. Più volte mattatore sul percorso dei Canapè di Foligno, dove la N.U.V.I. ha pedalato sabato 23 settembre 2023, delle sue 1.071 vittorie, ben 965 furono su pista. Molto stimato in tutta Europa, era invitato ovunque, fuori dall’Italia corse molte gare a Parigi, ma anche in America, a volte in coppia con altri italiani come Oliveri, Linari e Negrini. La descrizione delle sue caratteristiche, la lascio alle parole del grande Ellegaard pubblicata su La Domenica Sportiva.